Ordinanza sanitaria per extracomunitari del sindaco di Carcare

questura savona

Carcare, il sindaco chiude ai profughi per motivi sanitari

Ordinanza che fa discutere quella di Franco Bologna, sindaco di Carcare: prevede il divieto di dimora in paese da parte di cittadini privi di regolare certificato sanitario

Carcare è diventata una città blindata, almeno per gli extracomunitari. È questo l’effetto più significativo dell’ordinanza emanata dal sindaco della cittadina del savonese, Franco Bologna, che prevede il divieto di dimora anche occasionale “di persone provenienti dai Paesi dall’area africana o asiatica presso qualsiasi struttura d’accoglienza e che siano prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare”.

Un provvedimento che ricalca quello firmato nel 2015 dal sindaco di Alassio, Enzo Canepa, e che secondo il primo cittadino di Carcare ha una sua logica stringente perché negli ultimi due anni sono passati da lì moltissimi extracomunitari in arrivo da nazioni come Eritrea, Sudan, Somalia, ma anche Siria e che sono stati ospitati nelle strutture gestite da cooperative sociali, in convenzione con la Prefettura.

Ma come sottolinea Bologna, “in questi Paesi, sia di origine sia di transito, non esistono adeguate misure di profilassi e quindi sono ancora presenti numerose malattie contagiose ed infettive come Hiv, Tbc e scabbia”.

Quindi la sua è una prevenzione sanitaria per tutelare la popolazione locale. Quello che il sindaco lamenta è l’assenza totale di documenti sanitari che certifichino l’assenza totale di patologie infettive e contagiose da parte di cittadini extracomunitari presenti a Carcare.

Tutto in realtà nasce dal dimoro di fortuna che una cinquantina di extracomunitari ha trovato in un centro commerciale della zona, affittato dal proprietario ad una cooperativa che si occupa di seguire gli extracomunitari presenti in zona.

Ma la sistemazione è troppo vicina ad un asilo, alla sede dell’Inps e ad altri negozi e uffici di Carcare, quindi il rischio di contagio specialmente per i bambini piccoli sarebbe alto secondo il primo cittadino che si fa forte dell’appoggio ottenuto dall’assessore regionale alla Sanità, Viale, in quanto tutela la salute pubblica.

Ma sull’ordinanza è scontro aperto con le associazioni umanitarie locali ma anche nazionali come
l’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) che parla di un’ordinanza configurante una molestia ai sensi della legge anti discriminazione. La realtà è che il clima a Carcare è moto teso, con diversi abitanti che contestano la presenza dei profughi e per ora l’unica soluzione al problema ideata dal sindaco è questa.

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